Da Oscar Wilde a Gabriele Lavia la nuova stagione dell’Elfo Puccini di Milano
E’ un perfetto manifesto di “Teatro d’arte contemporanea” la nuova stagione del teatro Elfo Puccini di Milano che parla un linguaggio contemporaneo sia nella scelta preponderante degli autori di oggi sia nella declinazione attuale dei grandi classici.
Presentata dal direttore Fiorenzo Grassi -insieme ai delegati artistici Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani e con la partecipazione dell’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo del Corno- l’attività dell’Elfo riparte dai seimila abbonati della scorsa stagione, dalle 752 alzate di sipario, dalle 489 repliche e dalle oltre 160mila persone che hanno varcato gli ingressi. “Siamo il riferimento di un’ampia fetta di pubblico, la nostra, che ci chiede un’offerta di rischio culturale”.
I classici
Il progetto che Ferdinando Bruni e Francesco Frongia dedicano a Oscar Wilde riesce a far dialogare due opere del grande autore – L’importanza di chiamarsi Ernesto e Il fantasma di Canterville – con la drammaturgia di matrice neo-brechtiana di Moises Kaufman, attivo negli Stati Uniti con numerose nomination ai Tony Award ed agli Emmy. Atti osceni porta al centro della scena la ricostruzione dei processi a Wilde (interpretato da Giovanni Franzoni) con una struttura che incrocia una polifonia di voci e testimonianze, riuscendo a farne un rito teatrale emozionante in cui si parla di arte, di libertà, di teatro, di sesso, di passione.
La storia
L’acrobata, spettacolo di Elio De Capitani, porta in scena la storia, ma per raccontarla attraverso uno sguardo più intimo. Laura Forti, scrittrice fiorentina, ricostruisce la vita di una madre, interpretata da Cristina Crippa: dall’esilio in Cile per fuggire dalle leggi razziali dell’Italia fascista, al nuovo esilio per sfuggire al golpe di Pinochet, fino alla tragica morte di suo figlio Pepo, ucciso per aver attentato al dittatore. Sempre in ambito storico, si segnala tra le produzioni la versione completa di Afghanistan: il grande gioco che debutterà, in chiusura di stagione, al Napoli Teatro Festival 2018. “La storia – spiegano i vertici dell’Elfo Puccini – serve per provare a non ripetere gli errori del passato, ma anche per tentare di capire la radice dei problemi attuali”.
Gli autori di oggi
Sono tre le personali che l’Elfo Puccini dedica a Michele Sinisi (propone le sue riscritture e interpretazioni shakespeariane), Jacopo Gassmann e Oscar De Summa, premio Hystrio 2016 e Premio Melato 2017, che arriva con la sua Trilogia della provincia. Le ospitalità puntano però i riflettori soprattutto sulle grandi personalità della scena italiana. Inutile dire che c’è grande attesa per Gabriele Lavia, protagonista de Il padre, e per Adriana Asti con Giorgio Ferrara, Giovanni Crippa nel ronconiano Danza macabra, inferno domestico di una coppia per niente infernale.
...e non solo
La stagione 2017-18 segna il ritorno di artisti ormai di casa nelle sale dell’Elfo: Giuliana Musso con il suo nuovo spettacolo Mio eroe, Teatro delle Albe con Va’ pensiero, l’inedita coppia Natalino Balasso e Marta Della Via in Delusionist e Ricci e Forte con il loro omaggio a Pasolini. In arrivo all’Elfo anche Delitto e castigo, la produzione Ert diretta dal regista russo Konstantin Bogomolov, Aspettando Godot diretto da Alessandro Averone e il testo del drammaturgo argentino Daniel Veronese, Donne che sognarono cavalli messo in scena da Roberto Rustioni.